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Chiesa e Monastero di San Gabriele Arcangelo

Foto Chiesa e Monastero di San Gabriele Arcangelo
Descrizione

La Chiesa di San Gabriele fu costruita intorno al 960 per adempiere a un voto solenne degli abitanti di Airola, che durante un assedio avvenuto nel 959 invocarono la protezione divina, promettendo di erigere un tempio in onore del Santo che li avesse salvati. Secondo la tradizione, apparve loro l’Arcangelo Gabriele, che li sostenne nella vittoria. In segno di riconoscenza, gli airolani costruirono la chiesa, consacrata nel 969 da Landulfo I, primo arcivescovo di Benevento. Nel 1033 accanto alla chiesa fu edificato un monastero dei monaci benedettini cluniacensi, che vi dimorarono fino al 1201. In seguito, e fino al 1545, il complesso fu affidato ad abati commendatari con giurisdizione vescovile.

A partire dal 1545, il monastero passò ai monaci benedettini olivetani, i quali conferirono al complesso l’attuale aspetto monumentale, caratterizzato da ampie volte, eleganti arcate e due chiostri luminosi.

L’attuale chiesa risale alla prima metà del Seicento.

Con la soppressione napoleonica del 1807, i monaci furono costretti a lasciare il convento. Tra il 1848 e il 1860, l’edificio venne occupato dai monaci Verginiani, che rimasero fino alla soppressione del 1866, quando lasciarono definitivamente Airola.

Il complesso passò quindi allo Stato, che lo mise in vendita. Fu acquistato dal dottor Giuseppe Montella e, successivamente, nel 1882, ceduto ai Padri Passionisti.

L’attuale chiesa è la terza edificata sul sito originario.

Dell’antica chiesa cluniacense del 960 restano ancora alcuni resti archeologici, visibili nei sotterranei dell’attuale monastero e sotto il giardino antistante l’ingresso principale.

L’edificio attuale, in stile barocco, presenta una pianta ellittica a navata unica, strutturata in forma ottagonale. L’interno ospita quattro cappelle laterali con altari in marmo policromo, sormontati da statue di santi incorniciate da eleganti stucchi decorativi. La cupola ellittica illumina e armonizza l’intero ambiente.

Sopra i confessionali si trovano medaglioni in stucco raffiguranti San Benedetto e il Beato Bernardo Tolomei, fondatore dell’Ordine degli Olivetani.

Di grande pregio è l’altare maggiore, realizzato in marmi policromi, sotto il quale riposa il Beato Agano, abate dell’XI secolo ai tempi di Papa Pasquale II. I suoi resti, insieme al breviario in caratteri gotici da lui utilizzato per la preghiera, sono custoditi in un loculo recante l’iscrizione:

«Qui giace il corpo del Beato Agano Abate, insieme con il breviario in lettere gotiche da lui usato nel divino ufficio». Le reliquie del Beato e il suo breviario furono ritrovati durante i lavori di ricostruzione del 1607-1608, seguiti al crollo dell’antica chiesa cluniacense.

Nella nicchia di destra, vicino all’ingresso, è collocata una colonna in porfido rosso che conserva una reliquia di San Bartolomeo Apostolo, composta da frammenti ossei rinvenuti durante gli stessi scavi del 1607-1608. La tradizione narra che le reliquie furono portate nel 970 da Landulfo I, primo arcivescovo di Benevento, che – diretto a Sant’Agata de’ Goti per consacrare il vescovo Madelfrido - sostò ad Airola per consacrare la Chiesa del Monastero di San Gabriele, donandole la preziosa reliquia poi custodita nel foro della colonna.


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Via Monteoliveto, 82011 Airola BN, Italia

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