Chiesa di Santa Caterina D'Alessandria

Descrizione

Nel Largo intitolato a Madre Concetta Pantusa, lungo via Monteoliveto, sorge la piccola chiesa dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, una delle figure più venerate della tradizione cristiana. L’edificio, pur nelle sue modeste dimensioni, rappresenta un prezioso tassello del patrimonio storico e religioso di Airola.

La chiesetta si presenta come un semplice ma significativo luogo di culto, realizzato nella prima metà del XV secolo da maestranze locali. La sua costruzione fu resa possibile grazie al sostegno della nobile famiglia Carafa, che in origine ne fu anche la proprietaria. In effetti, il primo nucleo dell’edificio nacque come cappella privata dei Carafa, destinata probabilmente alle loro funzioni religiose e alle esigenze spirituali della casata.

Nel corso del tempo, tuttavia, la cappella cambiò destinazione e proprietari: dapprima passò alla Santa Sede, e successivamente fu trasferita alla Chiesa della SS. Annunziata insieme a tutti i suoi beni. Questo passaggio, avvenuto con atto ufficiale il 13 giugno 1473, è documentato da una preziosa pergamena che oggi è gelosamente conservata presso la Biblioteca Comunale di Airola, testimonianza di grande valore storico e archivistico.

Dal punto di vista architettonico, la struttura è estremamente semplice e lineare: un unico ambiente rettangolare costruito in muratura continua, secondo i canoni essenziali dell’edilizia religiosa minore dell’epoca. All’interno è presente un solo altare, sul quale si trova la pala raffigurante Santa Caterina d’Alessandria. Questa tela, importante sia dal punto di vista devozionale che artistico, è stata restaurata grazie all’impegno della Pro Loco cittadina, che ha contribuito a riportarla al suo originario splendore.

La chiesetta ha beneficiato anche di un intervento di restauro generale nel 2017, teso a preservare la struttura, consolidarne gli elementi architettonici e valorizzarne l’aspetto storico-artistico. Oggi la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria continua a rappresentare un luogo caro alla comunità locale, custode di memorie, tradizioni e devozione.